Gender Gap: perché gli uomini guadagnano più delle donne?

Gender Gap: perché gli uomini guadagnano più delle donne?

gender gap donna a lavoro

L’istruzione universitaria rappresenta un passo fondamentale nella vita di molte persone, sia donne che uomini. Tuttavia, nonostante i progressi fatti negli ultimi decenni, il gender gap continua ad essere un problema reale per le donne laureate in Italia.

Secondo il primo rapporto tematico di genere realizzato da AlmaLaurea, nonostante le donne laureate studino di più, si laureino prima e meglio, siano più propense a sfruttare le esperienze all’estero e i tirocini, hanno ancora maggiori difficoltà a trovare lavoro rispetto ai loro colleghi e guadagnano in media il 20% in meno. E con la pandemia del Covid-19, la situazione sembra essere addirittura peggiorata.

L’indagine ha coinvolto oltre 900.000 laureati, intervistati a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo, e fornisce una fotografia allarmante della persistenza del gender gap nell’ambito dell’istruzione e del lavoro in Italia.

Gender Gap: significato

Prima di addentrarci nel rapporto effettuato da Almalaurea, spieghiamo innanzitutto che cosa si intende per gender gap.

Il gender gap indica la disparità di genere che avviene nel mercato del lavoro, misurando la differenza di retribuzione e opportunità tra i due sessi. Si tratta di una delle più grandi sfide dei nostri tempi, poiché le donne nonostante ricoprono ruoli di responsabilità o di leadership, sono ancora svantaggiate rispetto agli uomini. La riduzione del gender gap è importante per creare un ambiente di lavoro più equo e solidale, che sia un sostegno sia per le donne che per gli uomini.

Rapporto Almalaurea: le donne hanno risultati migliori tra i banchi di scuola

Secondo il rapporto Almalaurea, nel 2020 le donne costituiscono quasi il 60% dei laureati in Italia e mostrano performance pre-universitarie migliori rispetto agli uomini, con un voto medio di diploma di 82,5/100, rispetto all’80,2/100 dei maschi. All’interno degli atenei, le donne hanno una maggiore partecipazione alle esperienze di tirocinio curriculare, di lavoro durante gli studi e di mobilità studentesca rispetto agli uomini.

Inoltre, i risultati universitari mostrano che le donne hanno una maggiore regolarità negli studi e un voto di laurea medio più elevato rispetto agli uomini. Il 60,2% delle donne conclude gli studi in corso, rispetto al 55,7% degli uomini, e il voto medio di laurea è di 103,9/110 per le donne e 102,1/110 per gli uomini. Tuttavia, sul lavoro lo scenario cambia.

Il gap lavorativo tra uomini e donne

Il quadro cambia radicalmente quando si valutano le differenze di genere nel mercato del lavoro. Secondo il rapporto, il tasso di occupazione è sempre a vantaggio degli uomini, anche a distanza di cinque anni dal conseguimento del titolo di studio. Infatti, tra i laureati di primo livello, il tasso di occupazione a cinque anni dal titolo è pari all’86,0% per le donne e al 92,4% per gli uomini, mentre tra i laureati di secondo livello i valori sono rispettivamente pari all’85,2% e al 91,2%.

Inoltre, il divario di genere si amplifica ulteriormente quando ci si confronta con la presenza di figli. In generale, i maschi risultano avvantaggiati anche rispetto ad alcune caratteristiche del lavoro svolto. Ad esempio, hanno maggiori opportunità di lavoro autonomo, di contratti a tempo indeterminato e di occuparsi nel settore privato. D’altra parte, le donne sono più spesso impegnate in lavori con contratti non standard, ossia principalmente a tempo determinato, e sono più presenti nel settore pubblico.

Il gender pay gap: le differenze sul piano della retribuzione

Dal rapporto emerge che, a cinque anni dalla laurea, gli uomini hanno un vantaggio retributivo rispetto alle donne. Gli uomini percepiscono In media, circa il 20% in più rispetto alle donne. Ad esempio, tra i laureati di primo livello, le donne percepiscono in media 1.374 euro, mentre gli uomini 1.651 euro. Tra i laureati di secondo livello, le donne guadagnano in media 1.438 euro, mentre gli uomini 1.713 euro.

Inoltre, la professione svolta a cinque anni dalla laurea evidenzia che gli uomini occupano maggiormente ruoli di alto livello, come quelli imprenditoriali o dirigenziali, rispetto alle donne. Inoltre, gli uomini sono maggiormente presenti in professioni ad alta specializzazione, che richiedono almeno una laurea di secondo livello.

Questi dati mettono in luce la presenza di una discriminazione retributiva di genere, che impedisce alle donne di ottenere compensi adeguati in relazione al loro livello di istruzione e competenze. Inoltre, la minor presenza delle donne in posizioni di alto livello e in professioni ad alta specializzazione denota la presenza di barriere e ostacoli che limitano le opportunità di carriera femminili.

Pertanto, è necessario adottare politiche e misure in grado di contrastare queste disuguaglianze, come ad esempio il monitoraggio delle discriminazioni di genere nel mercato del lavoro, la promozione di politiche di parità retributiva, e la creazione di condizioni favorevoli per l’accesso delle donne a posizioni di alto livello e ad alta specializzazione.

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