Lasciare il lavoro: quando a dirtelo è il tuo corpo

Lasciare il lavoro: quando a dirtelo è il tuo corpo

uomo che fa dimissioni

Il benessere lavorativo è un aspetto fondamentale della nostra vita, ma talvolta il nostro corpo ci invia segnali che non possiamo ignorare. Quando il lavoro diventa una fonte di stress e insoddisfazione costanti, il nostro organismo reagisce in modi che possono indicare la necessità di prendere una decisione importante: lasciare il lavoro. In questo articolo, esploreremo i segnali che il nostro corpo ci invia quando il lavoro sta avendo un impatto negativo sulla nostra salute fisica e mentale. Scopriremo l’importanza di ascoltare il nostro corpo e di prendere decisioni che favoriscano il nostro benessere a lungo termine.

Come capire se il lavoro compromette la nostra salute?

Il nostro corpo ci invia segnali importanti da tenere in considerazione per valutare se il nostro lavoro sta influenzando negativamente la nostra salute. Prestare attenzione a questi segnali ci permetterà di raccogliere gli indizi necessari per comprendere il livello di stress che stiamo vivendo a causa dell’attività lavorativa.

Se proviamo una costante tensione muscolare, se siamo spesso afflitti da mal di stomaco o mal di testa, o se ci sentiamo deboli e sfiniti, questi possono essere segnali che indicano come il nostro attuale impiego stia avendo un impatto negativo sulla nostra condizione fisica, mentale ed emotiva.

È importante intraprendere un dialogo con il responsabile, il manager o il rappresentante sindacale per cercare di risolvere i problemi che stiamo affrontando. Tuttavia, è necessario stabilire un limite di tempo entro il quale osservare dei miglioramenti. Se nel breve termine non si riscontrano cambiamenti positivi, potrebbe essere il momento di prepararsi a lasciare.

Dobbiamo dare ascolto al nostro corpo, perché sarà lui a indicarci la strada. Questo ci darà l’opportunità di apportare cambiamenti nella nostra vita che ci aiuteranno a preservare la nostra salute. Ricordiamo che nessun altro ci conosce meglio di noi stessi, quindi non permettiamo a nessuno, neanche a familiari o amici, di costringerci a fare qualcosa che mette a rischio il nostro benessere. La nostra salute deve essere la priorità assoluta e dobbiamo prendere le decisioni che ci consentono di mantenerla.

Lavorare troppo fa male: le conseguenze sul nostro organismo

La scienza e la medicina confermano le preoccupazioni che molti italiani hanno riguardo all’eccesso di lavoro. Numerosi studi dimostrano come il lavorare troppo possa avere effetti negativi sul cuore: secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Lancet, una settimana lavorativa superiore alle 55 ore aumenta fino al 27% il rischio di ictus e fino al 13% il rischio di sviluppare una malattia cronica rispetto a coloro che lavorano tra le 35 e le 40 ore settimanali.

Sebbene la relazione causale tra lavoro e rischi cardiovascolari richieda ulteriori approfondimenti, gli studiosi concordano sul fatto che lo stress prolungato causato dal lavoro possa generare alterazioni nell’organismo, potenziali fonti di patologie insidiose, specialmente per il sistema cardiovascolare, ma non solo.

Anche la salute mentale risente degli impatti derivanti da un carico eccessivo di lavoro. Sempre più diffusa è la “sindrome da stress lavorativo” o burnout, caratterizzata da sintomi come ansia, depressione, panico, rabbia e autocommiserazione.

Inoltre, lavorare troppo può causare mal di testa di tipo ipertensivo, insonnia e gastrite. Tuttavia, i rischi di lavorare eccessivamente non si fermano qui. Uno studio condotto dall’Università dell’Ohio e pubblicato sul Journal of Occupational and Environmental Medicine evidenzia i pericoli particolari che le donne affrontano. Infatti, lavorare più di 60 ore a settimana per almeno tre decenni triplica le possibilità di sviluppare diabete, tumori, malattie cardiache e artrite.