Come diventare avvocato
Un avvocato è una persona la cui professione si basa sul difendere i propri clienti, far valere i loro interessi e rappresentarli in tribunale. L’avvocato deve fornire ai suoi assistiti una buona consulenza e redigere i documenti necessari per il dibattimento delle cause legali. Come si diventa avvocato? Troverai qui le informazioni e la formazione richiesta per svolgere questo mestiere.
Quali sono gli studi per diventare avvocato?
La laurea in giurisprudenza è il punto di partenza piuttosto che di arrivo. Il percorso formativo per diventare avvocato è infatti estremamente lungo e impegnativo.
Occorre inoltre maturare molta esperienza sul campo, come spiega nel suo sito l’Avvocato Bassi di Reggio Emilia, che dal 1997 assiste privati ed aziende sia in sede giudiziale davanti ai tribunali di primo grado, corti d’appello e magistrature superiori, sia in sede stragiudiziale di conciliazione, mediazione e arbitrato.
Al conseguimento della laurea con il classico 3+2, ovvero laurea triennale più specialistica, occorre passare attraverso un periodo di praticantato. Il tirocinio, della durata minima di 18 mesi, deve avvenire presso lo studio di un avvocato che sia iscritto all’albo da almeno 5 anni. Se invece si è conseguito il diploma presso una scuola di specializzazione, la pratica forense post-laurea può essere ridotta a 12 mesi.
In alternativa, il laureato può svolgere il periodo di praticantato presso l’Avvocatura dello Stato, ma anche Comuni ed enti pubblici, fino ad un massimo di 12 mesi. Di conseguenza, i restanti 6 mesi dovranno essere svolti necessariamente presso un avvocato.
Qual è il ruolo dell’avvocato?
Le missioni dell’avvocato sono tutte dirette alla difesa degli interessi del suo cliente in un processo legale. Se le due principali funzioni dell’avvocato sono quelle di rappresentare e difendere i suoi clienti, possiamo identificare cinque missioni:
• Rappresentare i suoi clienti davanti agli organi giudiziari e parlare a loro nome in tribunale.
• Difendere i propri clienti. Per fare ciò, l’avvocato dovrà mettere insieme un fascicolo, redigere i documenti per la difesa, accompagnare i suoi clienti in tutte le loro procedure con il giudice, intervenire e patrocinare davanti al tribunale.
• Assistere i clienti nel loro processo decisionale, negoziare con altre parti coinvolte nel contenzioso.
• Scrivere gli atti necessari affinché la giustizia o il suo assistito giungano a una risoluzione del conflitto. L’ avvocato può redigere atti nei più svariati campi, ad esempio un contratto di locazione o un contratto di proprietà intellettuale.
I corsi di formazione
I laureati in pratica a partire dal 2018, dovranno inoltre affiancare al tirocinio un corso di formazione. I corsi dovranno avere una durata minima di 160 ore, distribuite durante il periodo di praticantato, al termine dei quali è previsto il superamento di una verifica finale indispensabile per ottenere il certificato necessario per iscriversi all’esame di Stato.
Sempre durante il periodo di praticantato, i futuri avvocati sono tenuti a partecipare ai dovuti corsi di aggiornamento professionale tenuti da associazioni e ordini forensi.
Al termine del tirocinio, il praticante dovrà superare l’esame di abilitazione professionale che, in caso di bocciatura, può essere ripetuto all’infinito. L’esame prevede tre prove scritte e una orale: un parere in materia di diritto civile, in materia di diritto penale e la redazione di un atto processuale.
Superati gli esami, l’avvocato dovrà prestare giuramento presso il tribunale. L’ultimo passo è quello di iscriversi al consiglio dell’ordine degli avvocati del proprio circondario.
L’apertura della partita IVA resta un passaggio obbligato per poter esercitare: una recente riforma ha infatti subordinato il possesso di una partita IVA alla possibilità di rimanere iscritti all’albo.